Tutte le Università pubbliche prevedono ormai che all’elezione del Rettore concorra anche il personale non docente/ricercatore. Non da molto. Ancora il famoso (o famigerato) D.P.R. 382 del 1980 prevedeva che l’elettorato attivo fosse ristretto sostanzialmente ai soli professori ordinari e associati: già una mezza rivoluzione, perché ancora prima erano i soli ordinari ed emeriti a votare, quando la nomina non spettava direttamente al Ministro o al re.
Nel nostro Statuto, entrato in vigore tre anni fa, il voto del “personale dirigente, tecnico-amministrativo a tempo indeterminato” è pesato al dodici per cento. E’ tanto, è poco? Come ho fatto per i ricercatori, provo a vedere come si comportano le Università a noi più vicine:
Units | “personale tecnico-amministrativo a tempo indeterminato e determinato” | “voto ponderato nella misura del venti per cento degli aventi diritto al voto dei professori di ruolo e ricercatori” |
Unive | “al personale tecnico e amministrativo e ai collaboratori ed esperti linguistici” | “voto ponderato in misura pari al 25% di quello degli elettori di cui alla lett. a).” cioè “tutti i professori straordinari, ordinari, associati e ai ricercatori, anche a tempo determinato” |
Univr | “personale tecnico amministrativo”
| “voto ponderato nella misura pari al venti per cento del personale medesimo che abbia esercitato il diritto di voto” |
Unibo | “personale tecnico amministrativo a tempo indeterminato” | “Ciascun voto del personale tecnico amministrativo viene pesato con un coefficiente pari al 18% del rapporto tra elettorato attivo professori e ricercatori ed elettorato attivo personale tecnico amministrativo” |
Unipd | “personale tecnico amministrativo” | “voto individuale pesato in modo che la somma dei voti equivalenti del totale degli aventi diritto della categoria sia corrispondente all’8% dei professori e dei ricercatori di ruolo” |
Come si può vedere le variabili sono due: l’estensione del voto anche al personale a tempo determinato, che è sempre più diffuso nelle università, e la percentuale di pesatura del voto. Le soluzioni sono molte e diverse, alcune, forse, più efficaci della nostra. Bisognerà rifletterci.
Lasciatemi però concludere che non mi viene in mente istituzione, azienda, organismo grande come un’Università che elegga dalla base, in tutte le sue componenti, il suo organo apicale. E’ una grande dimostrazione di democrazia, che andrebbe più spesso ricordata.