Vecchio professore: Luca, buongiorno dove scappa?

Giovane contrattista: Ah! Buongiorno professore, non l’avevo vista!

VP: Sempre così di fretta… beata gioventù. Cosa succede?

GC: Niente … alle 12 ho una Skype, con un mio collega, sa, dobbiamo consegnare la revisione di un articolo, siamo un po’ presi… Poi alle 12.30 ho la riunione per quel bando europeo, quello di cui le avevo parlato…

VP: Ottimo. E gli studenti, quest’anno come sono?

GC: Gli studenti? Bene mi sembra, cioè a dire il vero non lo so, credo siano in gamba, stanno attenti. Vedrò all’esame, no?

VP: Da che scuole vengono? Li trova preparati?

GC: Penso di sì… a proposito le ho detto che mi hanno accettato un altro articolo in fascia A? Se anche la revisione di oggi va bene sono tre quest’anno.

VP: Caspita lei lavora molto. Ho pensato che potremmo organizzare dei seminari per i miei e i suoi studenti migliori, così tanto per dare loro un po’ di materiali extra su cui lavorare. Una decina, li portiamo in studio mio, quando va bene a lei, verso sera. Cosa ne dice?

GC: Ah d’accordo, certo. Questa settimana si può fare, poi, sa, la prossima devo lavorare agli ultimi materiali che mi sono arrivati da Londra. Cosa aveva in mente? Mezz’ora? Un’ora?

VP: Luca: mi dica la verità, ma a lei interessa insegnare? O interessa solo pubblicare?

GC: Professore, ha ragione. Però, mi scusi la confidenza, se io non pubblico… non mangio. Ha presente quel posto da ricercatore lettera a) di cui le ho parlato, quello a Milano?

VP: Sì.

GC: Ecco, l’ultimo nella graduatoria aveva più pubblicazioni di quante ne aveva un ordinario vent’anni fa.

VP: Ha ragione, Luca, la capisco. Ma pensi bene: tutto questo (fa un gesto) … tutta l’università esiste perché ci sono gli studenti e senza studenti la nostra scienza, la mia e la sua, a poco servono.

GC: Grazie professore, e a presto.

VP: A presto, Luca, buon lavoro.

GC: (tra sé e sé) Ci mancava anche questa, roba che buco la Skype.