A pochi giorni dalla scadenza per l’accreditamento dei dottorati escono dal Ministero nuove Linee guida per l’accreditamento degli stessi. Il lavoro che stavano facendo i coordinatori e i collegi è dunque da rifare. Ennesimo cambiamento in corso d’opera.

Riassumo per i non specialisti la questione. Da qualche anno la composizione dei collegi docenti dei dottorati di ricerca è stata soggetta a stringenti procedure di valutazione, diverse a seconda che si tratti di docenti dei settori bibliometrici (dove cioè sono applicati sistemi automatici per misurare l’impatto della singola pubblicazione e dunque la “qualità” scientifica del ricercatore) o non bibliometrici, dove la valutazione di pubblicazioni e studiosi è invece affidata al giudizio dei pari.

Questi diversi sistemi sono entrati in uso da qualche anno sia per il reclutamento, cioè per l’Abilitazione Scientifica Nazionale, per accedere alla quale bisogna aver superato una certa numerosità e tipologia di pubblicazioni (“soglie”), sia per la valutazione della ricerca: la famosa Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR) attraverso la quale si distribuiscono finanziamenti agli atenei.

Ma il punteggio della VQR assegnato al singolo ricercatore è segreto e secondo la stessa ANVUR è «totalmente improprio» (Documento dei Coordinatori GEV, 15 marzo 2017) che gli atenei richiedano ai singoli di rivelarlo, magari con il ricatto nella non ammissione al dottorato. Così, in questi anni, i coordinatori dei dottorati hanno avuto due possibilità: scegliere i componenti del collegio “alla cieca”, senza cioè poter conoscere preliminarmente i dati sui quali l’ANVUR avrebbe dato o meno l’accreditamento, o infrangere le regole sui cui è basata la stessa VQR.

Con queste nuove linee guida il MIUR non baserà più l’accreditamento anche sui dati della VQR, ma solo sul numero di articoli e/o di libri pubblicati negli ultimi 5 o 10 anni dai componenti il collegio dottorale. Un indicatore rudimentale, poco significativo della qualità, ma facile da calcolare. A mio parere affiancargli il dato VQR (magari la media dei dati VQR), reso però conoscibile, avrebbe dato luogo a un sistema più efficace di questo puramente quantitativo.

Naturalmente della qualità della didattica proposta dai dottorati, dei suo contenuti veri, della capacità di attrarre finanziamenti, della qualità del placement, tutti dati “non tabellabili” non si parla …

P.S. Per gli specialisti. L’esclusione della soglia sulle riviste di fascia A (oltre a vari episodi recentemente accorsi a tale riguardo) lascia intuire prossimi colpi di scena.