C’erano una volta le facoltà di Lettere, Giurisprudenza, Medicina: ci si laureava e, più o meno, si trovava lavoro. Ora gli studi universitari sono solamente una delle attività formative di una giovane o di un giovane all’ingresso dell’età adulta, assieme magari a un Erasmus, un tirocinio in un’azienda, un’esperienza lavorativa. Anche perché, nel mondo di oggi, il mutamento continuo delle professioni richiede elasticità e capacità di adattamento.
Nel sistema universitario anglosassone esiste da tempo la possibilità di avere una qualificazione certificata in un secondo campo accademico: è il sistema dei minor. Si tratta di competenze che possono essere utili nella ricerca di un lavoro, nel creare un’azienda o nel proseguire gli studi in maniera più aperta e originale. É un modo concreto per dare risposta alla richiesta di interdisciplinarità/multidisciplinarità che viene dal mondo della scienza e della cultura, e per porre argine al sempre invocato fenomeno del disallineamento tra la formazione universitaria e le figure professionali richieste dal mercato del lavoro.
Si potrebbe pensare (come stanno facendo altri Atenei) a fornire dei “pacchetti” di insegnamenti, ad esempio per 18 CFU, integrativi rispetto alla laurea triennale, naturalmente gratuiti e per i quali si ottiene una certificazione. Così, ad esempio, una laurea in Economia e commercio può essere arricchita da un minor in Computer & Data Science, una in Beni culturali da un minor in Management aziendale, una laurea in Informatica, perché no?, da un minor in Storia d’Europa.
Alcuni insegnamenti potrebbero essere semplicemente mutuati dai corsi attivi, altri attivati appositamente, altri ancora seguiti presso la Scuola superiore. Come percorso di eccellenza, la gestione dei minor potrebbe essere affidata, per l’appunto, al nostro centro d’eccellenza, la Scuola superiore. Ecco come cominciare ad arricchire e qualificare l’offerta didattica.